RLF Express 18 – 2023
Il D.Lgs. 10.10.2022, n. 149 (c.d. Riforma Cartabia) ha finalmente apportato apprezzabili e concrete modifiche alla struttura del processo civile presso i Giudici di Pace, introducendo, in un’era del tutto digitale, il Processo Civile Telematico anche dinanzi a queste Corti e realizzando così un progressivo sviluppo telematico di tutto il settore giustizia, con conseguente agevolazione sia per gli Uffici che per gli Avvocati.
Il chiaro auspicio è quello di garantire una ragionevole durata di tutti i procedimenti dinnanzi ai Giudici di Pace, appesantiti fino ad oggi da un’intollerabile lentezza, in parte originata dal deposito cartaceo e dall’esclusivo scambio cartolare di atti e documenti.
Il novellato art.196-quater disp. att. c.p.c. ha previsto che “a partire dal 30 giugno 2023, anche dinnanzi al Giudice Di Pace, gli atti processuali e tutti i documenti, compresa la nota di iscrizione a ruolo, dovessero [devono] essere depositati esclusivamente con modalità telematica, individuando un’unica tipologia di deposito sia per Tribunale che per Gdp, secondo il criterio di semplificazione ed economicità della procedura giudiziaria”.
Come ogni riforma – soprattutto se introduce una procedura giudiziaria ex novo – anche la normativa in parola presenta delle criticità e difficoltà attuative.
Con l’attuazione del decreto e la sua entrata in vigore, in un primo momento, i tempi delle udienze si sono dilatati anziché ridursi, quasi sicuramente a causa dalle predette novità che hanno stravolto anni di processi cartolarie, quasi sicuramente tutto ciò è stato enfatizzato anche da una mancata sinergia tra Personale addetto non adeguatamente formato, strumenti informatici carenti e mancata assunzione di nuove figure professionali, tra cui Giudici, Personale di Cancelleria e Assistenti giudiziari. Infatti, ad oggi, si registra una carenza di circa 1.600 magistrati e di circa 9.700 impiegati amministrativi. Pertanto, il Ministero della Giustizia con la collaborazione del Dipartimento per la transizione digitale della giustizia e la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati hanno notiziato Giudici e addetti alle Cancellerie di aver predisposto ulteriori attività di supporto al fine di completare il processo di digitalizzazione.
Inoltre, è stato reso noto che, nel primo periodo di attuazione, sono stati redatti numerosi provvedimenti autorizzativi di depositi in modalità tradizionale cartacea da parte di taluni Uffici. Ovviamente, eventuali iniziative in ambito locale non sono idonee a superare l’obbligatorietà dei depositi telematici prevista dalla normativa vigente.
Quindi, l’utilizzo del PCT davanti al giudice di pace non potrà essere ritenuto inidoneo al perfezionamento dell’iscrizione a ruolo o del deposito degli atti, né in alcun modo sanzionato. Sarà onere dell’Ufficio adeguarsi.
Dagli addetti ai lavori, è stata considerata controversa, poco utile ed aspramente valutata la CREAZIONE DEL PORTALE DEI GIUDICI DI PACE, poiché “rappresenta una delle criticità dell’estensione del p.c.t. al Giudice di pace, dovuta proprio alla creazione ex novo del Portale; sarebbe stato preferibile e più semplice estendere il sistema già ben collaudato Consolle del Magistrato anche ai Giudice di pace”.
Nonostante le anzidette criticità, senza dubbio, i benefici della digitalizzazione sono tangibili.
L’introduzione del PCT presso i Giudici di Pace consentirà di gestire anche il nuovo carico di giudizi che verranno instaurati dopo la riforma Cartabia, in virtù del novellato art. 7 c.p.c. che ha ampliato i limiti della competenza per valore del Giudice di pace.
Secondo l’articolo sopra citato, dal 01.03.2023, la competenza del Giudice di pace oggi si estende come segue:
– da 5.000 a 10.000 euro per le liti relative a beni mobili
– da 20.000 a 25.000 euro per le controversie in materia di risarcimento dei danni da circolazione di veicoli e natanti.
Si prevede, inoltre, una ulteriore variazione dal 31.10.2025, con il disegno di riforma della Magistratura onoraria la quale prevede la cognizione del Giudice di pace:
– per le liti su beni mobili fino a 30.000 euro;
– per i danni da circolazione fino a 50.000 euro.
Ancora, dal 2025, verranno attribuite al Giudice di pace ulteriori competenze per materia e per valore, in particolare sulle liti riguardanti diritti reali e comunione, sulle controversie condominiali e sulle controversie di valore non eccedente i 2.500 euro (invece di 1.100 euro dell’attuale normativa) da decidere secondo equità.
La digitalizzazione del processo civile dinanzi il Giudice di pace è stata necessaria quale logico corollario dell’ampliamento della competenza per valore della predetta Autorità Giudiziaria. Diversamente,il settore giustizia avrebbe subito un’inevitabile battuta di arresto, causata dall’aumento considerevole di giudizi civili da gestire con procedure obsolete. Salutando, pertanto, con favore il progressivo sviluppo telematico dei processi civili, si auspica una totale digitalizzazione in tutti i settori della giustizia, così da recepire del tutto i precetti comunitari e finalmente rispettare a pieno i principi costituzionali di diritto di difesa, giusto processo e ragionevole durata dello stesso.